Il ruolo e le competenze del volontario di protezione civile nelle pubbliche manifestazioni

La Circolare Gabrielli del 7 Giugno 2017 individua gli ambiti di competenza delle figure che a vario titolo partecipano a garantire il corretto svolgimento delle manifestazioni pubbliche, distinguendo tra gli aspetti di safety a salvaguardia dell’incolumità delle persone e gli aspetti di security di pertinenza dei servizi di ordine e sicurezza pubblica.

7 giugno 2018

pubbliche manifestazioni

Per la prima volta, si sottolinea con forza, se ancora ce ne fosse bisogno, l’importanza della obbligatoria sussistenza delle condizioni di sicurezza per lo svolgimento di eventi di qualsiasi natura o finalità in cui per qualità o quantità dei partecipanti si configuri il carattere “pubblico” (manifestazioni sportive, culturali, di piazza, etc.) e si impone l’esigenza di un coordinamento tra le forze in campo, al fine di valutare il rischio reale e individuare le responsabilità nella gestione.

Tale sinergia di intenti e di ruoli, per certi aspetti assai differenti tra i diversi attori (organizzatori, organi di controllo, enti locali, forze dell’ordine, etc.) porta inevitabilmente alla forte tentazione, da parte di molti, di imporsi come protagonisti indiscussi della safety e security di un evento.

Ad un anno esatto dalla data di uscita della circolare assistiamo già ad una vera e propria corsa al ruolo di consulente alla progettazione, di responsabile al controllo, di addetti di tutti i tipi, con particolare cura a non trascurare gli aspetti di management e di trading formativo-professionale, che inevitabilmente danno adito a confusione.

Al di là degli aspetti normativi e della serietà che l’argomento impone, ciò che è sicuro è che non si può più continuare a parlare degli aspetti di safety della circolare Gabrielli trascurando il ruolo e le competenze del volontario di protezione civile a supporto delle manifestazioni pubbliche, anche alla luce della recente riforma della Protezione Civile.

Ricercare nuove figure sarebbe ridondante.

Il volontario di protezione civile è già formato per svolgere compiti di assistenza, accoglienza, instradamento e regolamentazione dei flussi anche in previsione della creazione di corridoi per gli interventi di soccorso in emergenza.

manifestazioni pubbliche

Le difficoltà dell’individuazione dei responsabili, che la circolare Gabrielli auspica al fine della creazione di un modello unico per tutti ed eseguibile ad ogni evento, non sono dettate semplicemente dal fatto di ricercare dei “buoni responsabili”, ma di ricercarli al momento giusto, tenendo conto dei cambiamenti in atto.

Tuttavia, se si pensasse che la valutazione del rischio per la giusta stesura di un Piano di Sicurezza obbligatorio non prevedesse tra le procedure operative l’impiego dei volontari con compiti di safety, allora non si è capito niente di come sia cambiata la protezione civile.

Una seconda cosa c’è da dire. Nelle realtà urbane, un’azione sinergica non si può limitare al reclutamento dei soli dipendenti, specialmente quando le forze in campo sono quelle che sono.

Se il cambiamento imposto dalla circolare Gabrielli è stato veloce, bisogna che coloro i quali nel mondo della protezione civile ci sono da sempre e ci sono per merito, vadano alla stessa velocità, cambiando la propria mentalità riguardo al ruolo dei volontari e mettendo da parte pregiudizi ed arcaicismi sul loro impiego in una una maratona o in un concerto.

Dopo i fatti di Torino, niente più può essere come prima.